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sabato 22 novembre 2008

Io e la Tina

Stamattina, essendo sabato, il vostro Gattopuzzo gode della semiliberta’: fino alle 11.15 puo’ tranquillamente farsi gli affari suoi, che comprendono tutto tranne la colazione: i gentili organizzatori, infatti, non offrono questo servizio nei giorni in cui la conferenza viene sospesa, e a battere palmo a palmo tutta Canary Wharf non si trova un bar aperto che e’ uno, prima delle dieci. Certo, ci sarebbe quello dell’albergo, ma poi lunedi’ mattina, alla relazione sui mutuatari insolventi, potrei offrirmi come esempio antropologico vivente dell’originatore della crisi dei mutui, dell’untore. Una sorta di paziente zero, insomma. E aspettiamo le dieci, allora. Poi, a colazione fatta, verremo di nuovo imbrancati e costretti a una di quelle attivita’ che fanno tanto fico in certi ambienti, e che pero’ stavolta trovo divertente pure io: andiamo a correre su una pista di go-kart. Almeno spero che sia divertente, perche’ il mio ultimo go-kart aveva i pedali e io avevo cinque anni, non ho seguito l’evoluzione tecnologica che c’e’ stata in mezzo e magari il mostro rombante che mi metteranno sotto il sedere fra un po’ potrebbe essere difficile da domare, chissa’.
In questi due giorni in cui non ho avuto modo di tenervi aggiornati non e’ successo granche’; unico episodio degno di nota, il dialogo surreale tra il rustico Gattopuzzo (che, sia detto in confidenza, non e’ esattamente un madrelingua inglese) e una delle hostess del convegno: “will you join us for ‘tina’?” – “Sorry?” – “I asked you if you will join us for ‘tina’”…
Ohibo’, e mo’ chi e’ ‘sta Tina? E che vuole da me? Mica mi vorranno offrire pure l’escort... E perche’ poi 'join us'… Ma che fanno, le ammucchiate?
Il GPZ, che e’ un tradizionalista fedele e dalle sconosciute non accetta le caramelle - figuriamoci il resto -, se non fosse stato assolutamente incredulo avrebbe cominciato a sudare freddo e ad arricciare il pelo; ma poi e’ intervenuta in suo aiuto una seconda hostess, evidentemente allarmata dal soffiare felino che deve aver sentito alle sue spalle: “Ok sir, my colleague is asking you if you will come with us to Hush, the restaurant where we will have dinner”.
Ahahhh…. Pero’, che cavolo: vabbe’ che il mio orecchio non e’ proprio quello di un interprete, ma ‘tina’ per ‘ dinner’ mi pare quasi dialettale… O sbaglio? Ah, le sofferenze dei gattopuzzi emigranti…

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